2. Un' esperienza unica

Caro Gesù,
scriviamo a te questa nostra relazione del viaggio di nozze appena concluso perché sei il diretto interessato!! Per conoscenza ti avvisiamo che la consegneremo ad altre due persone molto speciali che tu conosci bene: una è baba Godfrey, è anche grazie a lui se siamo riusciti a vivere un’esperienza magica in Tanzania, è lui che ci ha preparato spiritualmente e tecnicamente a vivere la realtà missionaria; l’altra persona è padre Remo che ci ha guidato mano nella mano nella Missione, un uomo di grande umanità.
Beh innanzitutto grazie Gesù per aver aiutato padre Allamano a fondare i Missionari della Consolata, sono una realtà davvero importante a livello mondiale e nei loro occhi abbiamo potuto vedere la tua luce!
Ti ricordi quando questa primavera abbiamo deciso che come viaggio di nozze avremmo voluto fare qualcosa di diverso dalle solite crociere, dai soliti viaggi organizzati e fare un esperienza che ci facesse crescere come coppia sia spiritualmente che dal punto di vista culturale? Mi sa tanto che c’è stato il tuo zampino in quel momento, perché in pochissimo tempo abbiamo trovato i Missionari della Consolata, abbiamo deciso che saremmo andati in Tanzania e abbiamo iniziato un cammino di preparazione con padre Godfrey … non ci sembrava vero che il nostro sogno si potesse realizzare!
Poi tra mille preparativi è giunto il nostro matrimonio il 9 di ottobre, il giorno più bello della nostra vita!

E poi … l’11 siamo partiti, ancora non ci rendevamo conto … partivamo per l’Africa, un sogno che diventa realtà!
Arrivati a Dar Es Salaam abbiamo trovato due persone: una è Nadia, una missionaria laica che gestisce una casa di accoglienza per tutti i missionari della Consolata e non solo, e l’altra è padre Remo, il missionario che ci avrebbe ospitato per due settimane.
Potremmo dire che sono due persone splendide, ma sarebbe un po’ riduttivo. Ammiriamo molto Nadia, perché vediamo che svolge il suo servizio con amore, con vera e genuina gratuità e gli ospiti della casa sono molto contenti del suo lavoro. Cura con mota attenzione l’aspetto dell’accoglienza ed è una cosa che abbiamo ritrovato spesso nel nostro viaggio.
Padre Remo c’ha accolto nella sua parrocchia della città di Makambako, un grosso paese che dista circa settecento chilometri dall’aeroporto dove siamo arrivati, significa un giorno intero di pick-up (è stato bravo padre Remo, ma anche se è un autista spericolato sappiamo che tu Gesù lo tieni d’occhio dall’alto!).
È stato bello il viaggio, sia all’andata che al ritorno, perché devi sapere che il popolo tanzaniano è un popolo “in movimento”, sono sempre sulla strada! Infatti su strade lunghe e diritte fino all’orizzonte trovavamo sempre qualche tanzaniano a bordo carreggiata che vendeva, che si riposava, oppure in cammino a piedi o principalmente con la bicicletta, mezzo di trasporto di massa in Tanzania. Loro sulla bici ci caricano l’impossibile! Abbiamo visto un uomo che trasportava nove sacchi di carbone, incredibile!

Comunque, tornando a Makambako, è una città abbastanza grande, vanta di un grande mercato, il più grande di tutta la regione di Iringa, è situata in un punto strategico da punto di vista logistico. Fuori dal paese, a qualche chilometro, ci sono dei villaggi più piccoli, ognuno ha la sua chiesa cattolica “custodita” da dei catechisti, persone del luogo che aiutano i sacerdoti (padre Remo e padre Casimiro) nelle funzioni religiose. Una volta al mese i sacerdoti celebrano la messa in queste chiese. Noi abbiamo avuto la fortuna di partecipare sia alla celebrazione eucaristica di domenica in parrocchia e sia a quelle nei villaggi. È proprio vero: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”… più l’uomo è povero e più semplice è vedere la tua luce, Gesù; lo abbiamo visto negli occhi dei bambini, vestiti con un maglione bucato, un paio di pantaloni sdruciti, piedi scalzi ma un sorriso e una felicità mai vista prima.
Abbiamo trascorso circa due settimane nella missione, e quasi ogni giorno seguivamo i padri nei loro appuntamenti della giornata, abbiamo avuto la fortuna di partecipare anche a dei matrimoni, sia alla celebrazione che al pranzo. I sacerdoti di solito sono invitati anche al pranzo, invitavano pure noi perché eravamo ospiti dei missionari, di conseguenza, ospiti d’onore! Per noi è stato un po’ strano, al tempo stesso ne eravamo onorati … che senso di accoglienza profondo!
Vicino alla chiesa principale si trova la falegnameria nella quale lavorano alcuni operai del luogo, è un modo per produrre posti di lavoro e finanziare un po’ la missione; costruiscono mobili e arredamento per scuole e padre Remo ogni tanto va a dare una mano ( visto che ha sempre poche cose da fare, eh? Poi è sempre stanco, ti credo!). Hanno costruito anche un dispensario, curato dalla mitica Suor Cosma. Lei ha il compito di controllare e gestire il reparto maternità, all’occorrenza fa anche da ostetrica! Cura anche l’aspetto del primo soccorso e tiene sotto controllo le medicine. Hanno pure un orto per le erbe medicinali.

Durante la nostra permanenza abbiamo partecipato anche ad una festa all’asilo, che belli i bambini! E poi sono molto ubbidienti. Pensa che sono più di centocinquanta bambini con quattro maestre!
Abbiamo trascorso anche un pomeriggio in una scuola elementare. Le scuole in Tanzania sono tante, perché sono tanti i bambini ( minimo tre - quattro per famiglia!) e sono praticamente gratuite fino alle elementari, poi si paga per le superiori, ma non tutti se lo possono permettere. La scuola che abbiamo visitato è un po’ vecchiotta, risente il peso degli anni, e quindi la struttura avrebbe bisogno di una sistemata: aule da sistemare, mettere le finestre nuove, banchi nuovi, ma le risorse finanziare sono sempre poche! Pensa che in un’aula che di solito ci stanno trenta – quaranta bambini loro ci stanno in centonove, è pazzesco non trovi? Se pensi poi che hanno un solo maestro è ancora più incredibile!

Poi abbiamo fatto due giorni di safari nel Ruaha National Park e abbiamo visto ogni genere di animale, dalle giraffe ai leoni, dal leopardo agli elefanti, ecc. … ma soprattutto, e non ce lo aspettavamo, abbiamo visto il cielo stellato più bello e intenso in vita nostra, in mezzo al parco, senza luci che inquinavano … la via Lattea non è mai stata così nitida. E non parliamo poi dell’alba e del tramonto … emozionanti!
Per noi, lo sai, è stata un’esperienza unica perché c’ha fatto conoscere un popolo molto diverso dal nostro ma li sentivamo nostri fratelli, perché c’ha fatto innamorare di un continente bellissimo come l’Africa, perché abbiamo assaporato a pieno i valori della disponibilità e dell’accoglienza, perché c’ha fatto crescere, perché abbiamo avuto la fortuna di camminare verso di Te accompagnati dai missionari della Consolata che c’hanno fatto da ottimi compagni di strada.
Come dici?...Cosa abbiamo portato a casa in valigia? Beh, tanti ricordi, tante emozioni, tanti sorrisi, e tanta voglia di ritornare in Tanzania!
Caro Gesù … grazie per l’attenzione.
Ci sentiamo presto,
Matteo e Mara

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